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Libera l'immaginazione - RiflessiRIFLESSI
Sembra ormai tutto pronto: questo scorcio di cielo azzurro che penetra le feritoie della persiana socchiusa, il condizionatore acceso, il venerdì pomeriggio, e questo riflesso dello schermo sui miei occhiali ed occhiaie. Inevitabilmente distante, ritrovo lo stesso colore, linea di confine con la terra, tra il camminare e l’arrivare, tra il sudore e il suo asciugare. Proprio questo riflesso, come una porta della fantasia, trasporta i pensieri a mezz’aria, come se volesse chissà come darti in mano l’emozione, o la voce, o il riverbero del sole sul ghiacciaio. Vale proprio la pena, adesso, ristabilire l’equilibrio, spostare il baricentro sulla realtà senza rischiare di esserne fuori davvero. Ma è come una voglia di togliersi la sete dallo stillicidio di un pezzo di ghiaccio ormai disciolto. Questo, più che un alpinismo di ricerca sembra proprio una ricerca di alpinismo, piatta, inconsistente e vaga come i pixel di questo maledetto schermo. Questo pensavo, iconizzando con intermittenza casuale (al passaggio dei colleghi) relazioni di vie, layout di un cad bidimensionale, previsioni meteo, tabelle di excel. Pensavo poi allo zaino, ancora da affardellare, al materiale da portare, all’ora della sveglia e ai duecento chilometri che mi avrebbero riportato a Genova dopo una settimana di lavoro. Forse è nello stillicidio il vero ritmo delle cose, nel suo trascorrere lento. Bisogna solo essere capaci di farsi penetrare piano, per non lasciarsi attraversare e basta. L’empatia in fondo è semplicemente questo: riuscire (sapere, provare) a incanalare nella giusta sede la bellezza percepita, come un diapason con il la, come un ponte in risonanza con il vento.
Maurizio Fenu PUBBLICITA' |
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mi piace pensare che lo spirito che anima il tuo scritto e la fantasia dei racconti pubblicati da Sara e Ilaria siano per me lo stimolo a vivere nel modo migliore l'arrampicata... non una sfida, ma una piacevole visita ad amici cari: il bosco, la roccia e il cielo.