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  Libera l'immaginazione - Diario di Bordo


DIARIO DI BORDO

 

Quando il desiderio diventa realtà.
Eccoci finalmente nella splendida terra sarda sospesi tra mare, monti e il pensiero che già vaga lontano lungo coste da mozzare il fiato.

Ho scritto questa frase poco prima della partenza di questo viaggio e ho deciso di lasciarla in sospeso fino al ritorno.
Ho lasciato che i miei sensi si arricchissero della magia e dei profumi della natura mediterranea, liberi di vagare tra il mare e le montagne, tra l’acqua color del ghiaccio e le rocce di bianco calcare.

Scrivo.
Scrivo per comunicare e per dire di non smettere mai di viaggiare.

E così, siamo arrivati in questa bellissima isola un giorno di metà settembre; non abbiamo molto tempo a disposizione, ma cercheremo ugualmente di conciliare la vita marinara con quella montana.
Come prima tappa scegliamo Capo Testa; siamo letteralmente attratti dalle sue rocce di granito rosa.


Percorriamo a piedi il lungo e spettacolare traverso che, con passi di arrampicata e stretti canyon ci porterà nella Valle della Luna.
Il mare è meraviglioso e il vento soffia con violenza; dalle alte scogliere il colore dell’acqua varia dal blu intenso al celeste del mare artico.  Il contrasto è spettacolare.
Rocce arrotondate, levigate; il fragore delle onde copre le nostre voci.
Arrivati nella Valle della Luna siamo contenti di vedere come certe persone abbiano scelto una vita libera, utilizzando antri naturali come abitazioni: un semplice telo o coperta ripara l’ingresso dal vento che sempre corre in questa valle .
Non possiamo non fotografare certe sculture di legno fatte da uno di loro.
Figure starne e contorte, forme umane lunghe e sottili di un’espressività eccezionale.
Unica richiesta: ‘se volete fotografare, lasciate una piccola offerta’.
 Siamo lieti di contribuire a questa piccola galleria d’arte che bene si integra con il palcoscenico creato dalla natura.

Un bagno ristoratore e poi via verso la nostra meta!

Indovinate un po’...! 
Paesaggio brullo, montagne di un calcare tagliente, una piccola galleria ed ecco davanti a noi la bellissima Cala Gonone.
E’ sera, mille luci affollano la costa.
Cerchiamo un ristorantino che poi ci delizierà con le sue prelibatezze di mare per tutta la settimana.
Il nuovo giorno porta con sé un sole caldo e tanto vento.
Abbiamo davanti a noi molte allettanti alternative: cercare un po’ di refrigerio in qualche deliziosa grottina, oppure sederci comodamente sulla nota ‘Poltrona’ e dalla sua cima osservare lo spettacolo di un mare impetuoso e immenso.
Ebbene, non volendo sacrificare una cosa per l’altra, optiamo per entrambe!
Così,dopo una breve ma bellissima sgambettata tra stalattiti e immense stalagmiti , ci rilassiamo sul bel calcare della Poltrona fino al tramonto.
La roccia è molto lavorata e in certi punti davvero verticale.
L’ombra della sera rincorre la parete ed è giunto il momento di scendere. Gli zaini sono parecchi metri più in basso!
..Di nuovo ci attende un delizioso fritto misto…  

Vento e ancora vento.
Folate improvvise colpiscono la nostra parete e il tutto è reso ancora più difficile dalla mia scelta (…pessima…) di iniziare questa vacanza con un paio di nuovissime scarpette…
Ma bisogna stringere i denti..! 
Strana filosofia della sofferenza!
Per il momento cercherò di non pensare a niente ben sapendo che un mare intero mi sta aspettando per lenire il dolore...!   
Il calcare di questa zona è veramente spettacolare; vario nelle forme, ruvido e tagliente…invita all’arrampicata.
La natura è aspra è selvaggia, l’aria sa di mirto e rosmarino; accarezzandone le foglie subito si sprigiona un profumo intenso, buono.
E’ sempre emozionante pensare che sotto i nostri piedi, data la natura carsica del territorio, si sviluppano chilometri di cunicoli, gallerie, laghetti e ampie sale lavorate dall’acqua e dal vento.
Non solo!
Il fascino delle grotte si manifesta anche in superficie e permette agli amanti degli strapiombi di danzare su ampie volte utilizzando come comodi appigli stalattiti ormai fossili.

Il richiamo del mare e di nuove terre si fa sentire, così una mattina di buon’ora decidiamo di andare al porto a noleggiare un gommone: meta Cala Goloritzè.

Vento e sole, sole e vento. Le scogliere corrono di fianco a noi.
Bianchissime spiagge; pareti strepitose si gettano a picco nel mare.
Tre amici amanti delle vie dure già individuano delle possibili vie di salita; li vedo mentre mimano le sequenze dei movimenti valutati di parecchi gradi sopra le mie possibilità!
Naturalmente il fascino della difficoltà sta nel fatto che, in caso di caduta, c’è ad attenderci un morbido tappeto di onde e meduse…  

Riteniamo più saggio proseguire ed ecco profilarsi di fronte a noi la sagoma della bellissima Aguglia di Goloritzè!
Non ci sono parole per descrivere un simile posto; il profilo della Guglia attrae come una calamita, il mare crea giochi di colore dal blu all’azzurro intenso, dallo smeraldo al trasparente e anche le insenature in prossimità del mare sembrano voler rendere omaggio a questo spettacolo naturale tingendosi di un tenue celeste.

Ormeggiamo, gettiamo zaini e corde sulla spiaggia e, dopo un breve bagno di sole, ci dirigiamo verso la bella guglia.
Purtroppo la nostra voglia di scalare viene subito smorzata alla vista delle  numerose cordate alla base della parete.
Il bel monolite è molto ambito!

Un po’ dispiaciuti ma senza perderci d’animo aggiriamo la parete in cerca di una valida alternativa; troviamo infatti non molto lontano un bellissimo spigolo in vetta al quale si possono ammirare molte cordate impegnate sugli ultimi difficili tiri della Aguglia.
Ne sentiamo le voci. Ci salutano.
Lo spettacolo dalla sottile cima dello spigolo non è meno emozionante che dalla vetta della guglia; il mare in fondo sembra lontanissimo, le imbarcazioni piccolissime e il vuoto tutto intorno da un forte senso di vertigine.
Gli scogli adagiati sul fondale creano strani disegni e inquietanti sagome nere.
Ancora una volta non posso fare a meno di pensare alla magia della natura, all’incanto che continuamente si rinnova.

In questa sera senza vento e senza luna il mare riposa tranquillo; al largo vi sono molti pescatori, piccole luci che ondeggiano al buio.
Domani non è lontano e si deve ritornare alla vita quotidiana.
Abbiamo dedicato le nostre giornate interamente all’arrampicata e al mare. Completamente immersi in questa natura selvaggia seguendo semplicemente i ritmi del giorno e della notte, abbiamo riscoperto uno stile di vita genuino senza vincoli e orari, apprezzando la fatica delle scalate e il silenzio delle grotte.

 

Di ritorno verso casa, un gruppo di delfini giocherelloni ci saluta con salti immensi; sono bellissimi e nuotano nella direzione opposta alla nostra, verso la Terra che sa di mirto e rosmarino.

 

Sara Finazzi



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I COMMENTI DEI LETTORI

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1 Inserito Sabato 3 Marzo 2007 alle 09:03 da uroburo
 
saggabarrausa!!!!
2 Inserito Lunedi 5 Marzo 2007 alle 18:04 da rouburo
 
sagabarra che?.....
3 Inserito Lunedi 5 Marzo 2007 alle 20:22 da orunaso
 
sagabarrausa!… che erravamo Gavvino, Bacchisio, Basilio, Orlando, Franco, Porcu, Sanna, Putzu, Turlinedda, Coccoroi, Perdasdefogu, Chibabbumanno, Mutteddu, Marrùbiu e da primo Biddiriscottai…! Chi è sa figo nella ultima foto?
Sembra assomiglia a Longo-bucco…!
aiò…!
4 Inserito Lunedi 5 Marzo 2007 alle 20:44 da onuraso
 
eia capito mi hai?
a efisio sagabanna manca una pecorra.
5 Inserito Martedi 6 Marzo 2007 alle 12:16 da Tommy
 
Bello il diario di bordo! Non sono nuovi questi luoghi che ho girato in lungo e in largo... Per me climber di scoglio (l'unica rima che mi viene in mente è "naviglio" e bagaglio"). Comunque un Chibabbumanno l'ho davvero conosciuto e sono stato suo ospite per tre giorni. Al quarto, amici compassionevoli sono venuti a recuperarmi... abbiamo dato fondo alla cantina con del Vermentino che faceva cantare i merluzzi in mezzo (e in fondo) al mare.
Ricordatevi ragazzi, andatelo a trovare, ma prima accertatevi che la cantina sia in buona salute.
ciao fumatini

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