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  I Protagonisti della Valle - La prima era...

Pubblicato Venerdi 4 Febbraio 2011 alle 02:02 da ARRT


Al centro, Lidia, in ginocchio sul letto nuziale, si sta preparando
per andare ad arrampicare, di profilo, Paolo Masa.
Foto: Jacopo Merizzi
Abbiamo lasciato Ivan nella profonda spaccatura del Sarcofago nel 1975.
Ivan è in affitto in una baita a Cà dei Rogni ai piedi della cascata del Ferro, è poco più di un bilocale ma diventa il punto di ritrovo di un vivacissimo gruppo di forti climber: Patrizius Gossemberg, Mario Villa, Vittorio Neri, Monica Mazzucchi, Guido Merizzi, Alessandro Gogna. Passerà da Ivan anche una ragazza di Milano, Lidia Sacchiero e anche lei rimarrà fulminata dalla bellezza del luogo.

Nel frattempo vengono pubblicate le prime guide di arrampicata, nell’ottobre dei 1979 esce Il gioco-arrampicata della Val di Mello ed. Zanichelli di Ivan Guerini e poco dopo, nel maggio dell’80, Val di Mello ed. Tamari di A. Boscacci.

Vittorio Neri s’affaccia dal
camino della “Porta del Cielo”,
al terzo tiro di Polimago.
Foto: Jacopo Merizzi
Il libro di Ivan, fa subito scalpore. Racconti come l’apertura del Risveglio di Kundalini “Abbiamo appositamente rallentato la salita per bivaccare in parete e goderci fino all’ultimo quest’attimo di gioia con la roccia” esprimevano concetti assolutamente nuovi, esplosivi in un mondo alpinistico chiuso nella competizione, nei record di velocità, e soprattutto cieco alla bellezza della natura.
Ivan gradualmente abbandonerà la Valle mentre poco lontano, ai piedi del Precipizio a Cà Panscer, sarà l’ospitalità di Lidia ad essere il nuovo punto di aggregazione.
La sua baita è un pelo più spaziosa, a sezione quadrata con una grande stufa economica e un’imponente quantità di brandine subito pronte ad accogliere i nuovi ospiti.
I suoi incredibili dodici letti che circondano quello nuziale, vissuti di notte ma anche nelle grigie giornate di pioggia, diverranno il nuovo punto di discussione, di creazione, di progetti folli o concretizzabile, ma anche testimoni dei formidabili amori dei vent’anni, densi di dolcezza e fragorose liti.
Da Lidia, transitano anche i primi ospiti “esterni” alle dinamiche della Valle: dall’esperienza del Mucchio selvaggio della Val dell’Orco, arrivano Roberto Bonelli, Massimo Demichela, Guido Azalea, Gabriele Bechoud; dalla Francia, circondato da un gruppo di belle ragazze, Jean Hagenmuher che traccerà l’orrida Via per l’inferno con Jacopo Merizzi; dalla vicina Grigna si affacciano curiosi i primi climber, Federico Madonna, Paolo Panzeri, Marco Ballerini, Pietro Corti, Marco Corti detto Mela, Eugenio Prina; dalla Germania nel 1985 con un gruppo di muscolosi compagni, arriva Mark Graff che sarà ricordato per essere stato il primo e purtroppo non ultimo, ad aver scavato un appiglio sulla parete dell’Assiolo.

Il “Paradiso può attendere” sulle robuste spalle di
Masa e Boscacci.
Foto: Jacopo Merizzi
I primi cinque anni della baita di Lidia, saranno per l’arrampicata della valle la fine dell’esplorazione delle vie logiche. Luna Nascente, Kundalini, L’albero delle Pere, Oceano Irrazionale sono già salite e si chiudono le ultime vie naturali, Bodenchaff al Precipizio, Polimagò allo Scoglio delle Metamorfosi. Contemporaneamente, con Paolo Fabbri 43 al Qualido, inizia anche la nuova era delle big wall.
Purtroppo vinta dall’invidia e dalla gelosia che suscita nei vicini proprietari delle baite, a metà degli anni ottanta, anche Lidia abbandonerà la Valle.
Nel frattempo la vecchia baita di Ivan viene affittata da un gruppo di rampanti giovani Guide Alpine che fondano il Gigiat. Ne fanno parte oltre Miotti Giuseppe, il fortissimo Paolo Cucchi e Pierangelo Marchetti detto Kima, la prima guida di Val Masino del dopo sassismo.
Il paese di S.Martino assolutamente impermeabile all’alpinismo della Val di Mello, inizia a mostrare un certo interesse al passaggio di tanti giovani scapestrati.
Si apre la prima pizzeria, un negozio di articoli sportivi e il bar Monica, primo locale che mette a disposizione le monografie della Valle e che offre ai clienti grandi quaderni sui quali tracciare novità ed emozioni dal mondo dell’arrampicata.
Abbiamo lasciato Ivan nel 75 alle prese con il “camino” del Sarcofago e sette anni dopo troviamo Masa, Boscacci e Merizzi ai piedi del più grande scudo di roccia del Qualido…i giochi sembrano ormai chiusi ma una seconda generazione è già pronta all’orizzonte per passare come un’ombra sulle rocce eternamente inesplorate della Val di Mello.

Federico Madonna il più veloce arrampicatore di tutti i tempi e Luca Mozzati, seduti nel Mello.
Foto: Jacopo Merizzi.


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I COMMENTI DEI LETTORI

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1 Inserito Venerdi 11 Febbraio 2011 alle 14:18 da Pirro
 
tutti i grandi della prima generazione si sono ampiamente espressi: chi sono arrivati dopo?
quali sono state le strategie per ri-esplorare la Val di mello?
in attesa...


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