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  Scarpette - Un racconto di Andrea Gobetti


La pietra dello scandalo , il punto di rottura con l'alpinismo ufficiale fu legato all'uso delle scarpette con suola liscia e morbida. Fu uno scandalo dall'inizio (1973-74) sino a quando, nel '75 Bertone si mostrò con quelle in Grigna e la domenica successiva le avevano tutti.
E' buffo ma per quelle fummo accusati dai più benevoli d'essere poco seri e dai malevoli di costituire una banda di drogati e pederasti. A poco valse che tali attrezzi demoniaci non fossero stati sintetizzati da un pazzo californiano , ma confezionate da Pierre Allain vetusto signore dei Dru e di Fontainbleau.
Con gli occhi del poi, vedo che andammo a schiacciare i piedi a gente cui gli anni '60 avevano già fatto infiammare i calli fra insostenibili rapporti sociali e famigliari e impotenti di fronte all'entusiasmo rivoluzionario s'erano rifugiati in un angolo appartato .
Quell'angolo era la conquista della vetta ,la virile pesantezza del vecchio scarpone.
Pederasti quindi perchè se c'era una cosa cui Giampiero teneva era la finezza, sul passaggio come nel ragionamento e preferiva darsi l'"Eau sauvage", fatta la barba e la colazione con comodo, piuttosto che godere del riscaldamento a scoregge innescato dalla sveglia all'alba. (ci tenevo talmente alla sua considerazione che dovetti moderarmi anch'io), poi in parete s'andava a ballare, cantando canzoni di ben nota origine psichedelica , anziché incupirsi in inni di guerra, e quindi ci davan pere dei drogati. 

Giampiero Motti detto Il Principe sui massi del Piemonte nei primi anni '80


E'anticonformisti erano scelte e desideri come quello quella di cercare di vivere di montagna anzichè di lavoro in fabbrica.
Nella realtà ,all'interno del Circo Volante non circolavano sostanze stupefacenti e s'era appassionati estimatori del fascino femminile come in un qualsiasi altro gruppo di ventenni, le differenze erano semmai da cercare nel forte spirito di clan che l'ostilità esterna eccitava.
C'era tra noi una straordinaria tolleranza politica, anche se nel Circo Volante s' andava dal nero fascio all'ultrarosso. Alle volte ce ne dicevamo di tutti i colori ma ci era chiaro che la politica , le leggi, i doveri sociali sono vigenti per necessità dove migliaia di uomini pretendono di vivere accalcati , ma non hanno nessun senso per chi ha scelto la libertà delle strade difficili e nascoste. C'era un desiderio di conoscersi, evolversi,stupire, far spiccare la propria personalità che escludeva la competizione. Si era nell'archetipo della Tavola Rotonda, non della piramide, c'era da far friggere l'io sino a fargli far rima con Dio, altro che far gare.
Chi avrebbe mai potuto pensare di diventare più elegante di GPM, più astuto di Giancarlo , più forte di Danilo, più coraggioso del Bonelli?Chi era più terribile di Grundhal? (Max Demichela) e c'erano l'imperturbabile Morello, Piero Pessa l'arrampicatore dal volto umano, Mauro Pettigiani atleta indolente, Pilìn il serio e Dante Vota, il meraviglioso esagerato.
Ciascuno trovava il suo spazio dove l'avventura ce lo portava, era beffeggiato e al tempo stesso preso sul serio , doveva realizzarsi , dare il massimo , andar oltre al prevedibile, provare frutti diversi dopo quello del bene e del male.
Era una questione di vita o di morte per tutti. Le clausole di sicurezza a cui si associa l'apprendistato in roccia furono cancellate. Fidanzate ed amici reclutati come "volontari a caso " (Vuoi arrampicare? Vieni con noi domenica , andiamo in un bel posto....) Nessuno sapeva se lo attendeva un idilio calcareo in Calanques o ritirate notturne allo scoglio di Mroz, con una pila in tre, dopo aver attaccato a metà del pomeriggio ed essere usciti dalla via con il metodo braille.
La sveglia all'alba? Abolita.
La marcia d'avvicinamento? Esclusa.
Il Pantalone? Di rigore una trappola a zampa d'elefante.
La cordata? Due primi e un secondo. (quindicimila lire col vino...). Il secondo primo può infatti aiutare il primo primo facendogli scaletta , mentre il secondo primo può far fissare la corda del primo primo e attaccarcisi.
Accessori Fondamentali : la fascia , l'urlo, gli scherzi. (tipo far credere al secondo di star recuperandolo e invece partire di conserva sul tiro successivo). E' raro che chi non rischia per scherzo sappia poi divertirsi per davvero.
Quello di divertirsi in montagna ci è rimasto come un chiodo fisso, ancor oggi , se mi incontro col mio vecchio compare Marantonio parlando d'arrampicatori, alpinisti , speleologi ci è chiaro che non facciamo un problema morale se sia meglio questo modo di fare o quell'altro, ma veniamo al sodo . Si divertono? Si. Che bravi. No. Son degli stronzi. Ma non vuol dire sorridere sempre e non ridere mai quel che chiamiamo allegria, è una ricerca difficile, l'allegria. Ora che il male, il dolore vero e proprio viene sempre più spesso sostituito dalla noia ce se ne può accorgere meglio. L'allegria non s'accontenta del rischio dei tuoi milioni o della tua reputazione, l'allegria è uno stato di leggerezza e più sei libero, più lei si lascia tentare.
Giampiero non scrisse mai del Circo Volante, anche se del Circo Volante fu ispiratore e protagonista.

La fessura della disperazione, mitica salita del Sergent in valle dell'Orco

 

Lui in quel tempo s'avvicinava alla scelta di liberarsi del suo passato , di rinunciare al monumento di qualsiasi scritto autobiografico , scelta che culminò col glorioso rogo delle tremila diapositive in cui era conservato il suo alpinismo vissuto.. però era ben presente a difendere le nostre ragioni, a renderle intelleggibili anche a chi ha fatto dell'analfabetismo e dell'equivoco il proprio stendardo. Per ogni maledizione o fosca previsione che da fuori si formulava su di noi e sul nostro futuro, ( per dirla breve, a parte il gruppo d'amici di Reggio Emilia e qualche bel tipo sparso, ci volevan morti) GPM trovava sempre la frase di Bob Dylan giusta, quando non una parabola dal Vecchio o dal Nuovo Testamento per dimostrarci che era tutto finito , Baby Blue ,e non è niente mamma , sanguina soltanto, nonchè che saranno i morti a seppellire i loro morti.
Il tendone del Circo crollò con la morte di Danilo Galante che incrinò il fragile gioiello della compagnia fra gli uomini.
Il passato di cui volevamo liberarci, aveva già diffuso le sue metastasi nel futuro, che in quel tempo perse la Luna , perse le rivoluzioni e le armonie psichedeliche , perse il fascino di conoscere paesi lontani e, ogni tanto mi lascio tentare di pensare che perse anche il diritto di chiamarsi futuro, ma piuttosto consommè in tazza. Il panorama della mente si curvò i fatti sui bordi della moneta al cui interno c'era posto a sobbollire, per poveri e ricchi.
Sulle pareti, benchè ogni anno più calde ed accoglienti scese l'inverno delle relazioni umane.Allora non sapevo fosse l'inizio della glaciazione.
Da allora vidi piuttosto raramente GPM, ci sentivamo al telefono e purtroppo il telefono é un freddissimo accessorio.
Io vi saluto qui , cari lettori d'una storia passata ,trattengo il mio fantasma linguacciuto negli anni in cui un paio di scarpette da roccia erano ancora l'inquietante calpestìo del futuro.

 

Andrea Gobetti



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I COMMENTI DEI LETTORI

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1 Inserito Mercoledi 7 Maggio 2014 alle 15:27 da e.
 
bellissimo! grazie!

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