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I Protagonisti della Valle - Paolo CucchiSorry, the current article is not yet available in englishPosted by ARRT on Friday, May 27, 2011 at 03:48 AMLa scheda - Paolo Cucchi
Paolo Cucchi (63) enfant prodige dell'alpinismo valtellinese: a 13 anni si presenta al C.A.I per iscriversi al corso di roccia gli rispondono che è troppo giovane per partecipare, deve mangiare ancora un sacco di polenta. Non gli resta che arrampicare con se stesso. Tra i 15 e 17 anni scala in solitaria molte delle classiche del Masino: Bonatti alla P.ta Fiorelli, Morbegnesi alla P.ta Sfinge in estate e in inverno, tutte le vie del versante sud del P.zo Badile + spigolo nord e la Cassin, lo sperone Gaiser Lehman lo Spigolo Vinci e la Gugiatti al Cengalo, Kosterlitz al Porcellizzo, Spigolo Parravicini, Spigolo Gervasutti, la via dei Comaschi al Cavalcorto........ Spicca subito, del grande Cucchi, l’incredibile predisposizione per l’arrampicata , che lo ha portato senza alcuna difficoltà o privazione apparente a percorrere i più difficili itinerari della val di mello in solitaria. Mitiche sono le sue salite flash a soli 18 anni di Oceano irrazionale, Luna Nascente, Oracoli d'Ulisse, Albero delle Pere, Kundalini, Patabang... A 19 anni diventa Guida Alpina. Ancora solitarie: sul Qualido, il paradiso può attendere, Galactica, Artemisia Picco Luigi Amedeo via Ceki 80, invernale della Scipione Borghese al Cengalo, Monte Lobbia, Liss del Pesgunfi, slegato su Durango e la Erba alla P.ta Allievi.....ultima per ora sul Picco Darwin la via Memorie del Futuro. Ha aperto vie nuove in montagna e in val di mello, la maggior parte rimaste sconosciute. La più bella "Cattoalcolisti", con C. Gianatti La più dura e irripetuta "Brutamato jè jè", con J. Jimeno J.Galvez Q.Monge, al Precipizio degli Asteroidi. Innumerevoli monotiri nell'area del Sasso Remenno con diff. fino al 7c+. Instancabile esploratore di strutture minori . Quello che Paolo più di ogni altro ha dimostrato di possedere, malgrado il buon bere, il fumo e l’ozio, è l’istinto assoluto per l’arrampicata. Autore di cortometraggi: - L'Arte del Buciùn - 1982 - Solo Games - 1994 - Dissolvenze in val di mello - 2000 - Picco Darwin stella danzante – 2002 L'intervista - Paolo Cucchi
Controvoglia mi ritrovo in coda a prendere l'ostia della consacrazione del protagonista ma devo genuflettermi alla generosità e alla follia di Jacopo. L'alpinismo è la mia passione la mia pena il mio affetto vivissimo che scopre il mio animo disordinato. Devo ringraziare mia madre, amante della Val Masino, che mi ha trasmesso questo meraviglioso sentimento. Il magnetismo della natura incontaminata e soprattutto delle rocce mi ha catturato senza nessun appello un attrazione fatale un dare e avere disinteressato un sogno interminabile di gioia di vivere. Come il verbo per lo scrittore o l'ispirazione per l'artista, l'alpinismo mi ha salvato la vita. Sono considerato uno stanziale e la val masino è la mia culla alpinistica, l'appartenenza è dettata dal luogo di nascita e una sola vita non è sufficiente per scalare l'impossibile. L'alpinismo è un viaggio e non serve percorrere chilometri per vivere un'esperienza, l'avventura è dietro l'angolo. Viaggio come intuizione e percezione diretta delle cose che sospende la realtà del presente, un alpinismo cogitabondo un continuo decifrare di ciò che si sente entrando in rapporto con la vita e la morte che riconosce la menzogna come eroina della storia. Una condizione esodale, sradicarsi da ogni tranquillo abitare per uscire da sè e cercare il trascendentale. L'alpinismo esistenziale è molto più duro di quello convenzionale la vita come una bigwall temporale con diverse vie da seguire. Appesantiti dal " materiale " accumulato intraprendiamo l'esperienza con lo sguardo sempre rivolto verso l'alto convinti che sia la direzione giusta da seguire una visione maschilista egotista un filo spittato che nasconde il punto di non ritorno. Quando le vie nuove saranno finalmente finite cosa si potrà comprendere, che le abbiamo aperte o chiuse? Tutti all'attacco, verbo premonitore di carneficine e di pareti stuprate. Paolo Cucchi tredicenne prova la “Dulfer” sul diedro Fiorelli al Sasso di Remenno - Foto: Ada Mazzoleni Nella pratica alpinistica il rischio è sempre riferito all'incolumità fisica tutte le risorse sono rivolte ad evitarlo tralasciando i risvolti che questo comporta, ubriacarsi d'alpinismo e cadere interiormente. L'attività al non pensiero non può che provocare sintomi di demenza, l'arte non è gratuita. La complicità con il rischio dichiara la parte cinica dell'azione soggettiva identificazione del bene e del male un virtuosismo diogene un suicidio recondito. La spiritualità delle rocce dei boschi dei cieli stellati esiste e la stiamo assasinando questo è il vero rischio. Spero di avervi fatto scalare vostro malgrado con questa piccola pillola di alpinismo. Quando tutto sarà esplorato si potrà finalmente viaggiare pur restando fermi. PS. risposte all'intervista: Sono un poveruomo. Ho iniziato ad arrampicare a 13 anni. Arrampicata prediletta, senza corda e senza nessuno intorno. Il mio mito è il camoscio. La via mancante è quella che porta al nido d'aquila. La pietra e la via più ingaggiosa sarà quella tombale. Il futuro della bassa val di mello è preoccupante di quella alta è granitico. Non ho aneddoti. Il mondo è pieno d'infami. Invecchio il meno velocemente possibile. Avrei potuto fare molto di più ma sono stato attratto più dalle tette che dalle rupi. Pace e bene Paolo Cucchi CORRELATED ARTICLES
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Audace, fiero, coraggioso, lirico Lupo Solitario il tuo alpinismo è intriso di pillole di poesia.
Non si può uccidere la spiritualità delle rocce, dei boschi, dei cieli stellati, essa è per sempre e per coloro che la sanno cogliere con gli occhi del cuore. Per cui stai tranquillo.
PS: come tutti i lupi alla fine, anche tu hai chinato la testa alla legge del branco e ti sei tuffato nel mare di tette "chi cojo, cojo".