Vista dal basso la parete non sembra offrire nulla di particolare ma al primo contatto si scopre che essa è formata dal granito più appigliato e granuloso che si conosca. E' verticale, in alcuni punti strapiombante; l'arrampicata soffre di una esposizione da capogiro. E' consigliabile una buona conoscenza dell'uso di nut e friend. Seguendo la severa etica del luogo difficilmente si troveranno chiodi lungo gli itinerari.
Il nome della parete nasce dall'uso che una tribù di indiani faceva della vetta: un trampolino di lancio per mettere fine alle sofferenze d'amore.
Alla base della parete, nel bosco di sequoie, c'è un ottimo campeggio libero per climber e, poco più in là, un lodge simpatico e non troppo costoso.
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